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CARA MELLA,

UNA VIRGOLA CHE HA TUTTA UNA STORIA DA RACCONTARE

CARAMELLA: parola che ormai al tempo d'oggi ci sembra così scontata e banale, un termine che indica un prodotto di confetteria ricco di zuccheri e sapori, eppure dietro queste poche lettere si nasconde una storia lunga due millenni. Siamo nella prima età imperiale e a Roma ancora non si conoscevano i corretti precetti della cucina, a parte l'esecuzione di alcune semplici pietanze preparate con selvaggina, verdure e qualche aroma. Ma fu proprio in questo contesto che un gastronomo, forse il primo etichettabile come tale nel nostro mondo latino, riuscì a raccogliere nel libro “De re coquinaria” le ricette per i migliori manicaretti della tradizione romana, rivisitandole e rendendole più semplici e alla portata di tutti: costui era Apicio, uno che oggi chiameremmo “chef”. Ma ci accorgiamo che nel suo tempo sembrava già prematuro parlare di cucina così come la intendiamo noi oggi, figuriamoci di pasticceria, quella professione fatta di misurazioni e temperature precise e fin troppo complicate per l'epoca. E in effetti la dolcificazione era ancora un problema complesso perché il cuoco romano doveva ricorrere a dolcificanti che incidevano abbastanza decisamente sul gusto dell'intera preparazione. Infatti solo pochissimi potevano conoscere il “saccharon”, una sostanza cristallina dolcissima proveniente da un tipo di canna coltivata in India, mentre la quasi totalità della popolazione usava datteri, uva passa, sciroppi di fichi, vino passito e, soprattutto, miele, ingrediente preferito anche da Apicio nella preparazione delle sue salse dolci, che aveva, però, un costo non alla portata di tutte le tasche. Solo molti secoli dopo, dunque, circa nel 700 d.C., venne introdotta in Europa quella famosa canna da zucchero originariamente indiana, che permetteva di produrre un dolcificante più insapore e molto più economico: questa fu commercializzata, fin dalle prime volte, come “canna mellis”, cioè la canna del miele, in onore di uno dei pochi dolcificanti accessibili fino a quel tempo; così, molti anni dopo, quando cominciarono ad essere prodotti i primi confetti dolci, molto simili a quelli che mangiamo noi oggi, si decise, forse inconsapevolmente, di chiamarli “caramelle”, appunto dalla terminologia latina che stava ad indicare la famosa pianta da cui il loro principale ingrediente si estraeva (è possibile, ma meno probabile, anche l'origine del nome dai vocaboli arabi "kora", piccolo globo, e "mochalla", cosa dolce). Nonostante l'interessante storia che risiede dietro a queste semplici preparazioni, però, dopo molti anni ci si sta allontanando sempre di più da quelle che erano le tradizioni principali da cui tutto è cominciato e ci si avvicina troppo ad un'arte dolciaria che, seppur molto apprezzabile e sofisticata, è quanto mai distante e distaccata dalle origini che di essa pongono le basi.

Ed è qui che due cugini, accomunati dalla stessa passione per i dolci, decidono di aprire la prima pasticceria e panetteria casalinga a L'Aquila, in cui poter riscoprire le vere tradizioni, rivisitate sempre secondo il gusto moderno, ma mai dimenticando il punto da cui Apicio cominciò. Passione e conoscenza si fondono, per dar vita ad un progetto nuovo, alla ricerca del passato e nell'adattamento ad un presente sempre più esigente: Caramella, il primo home pastry shop aquilano che offre dolci e altri prodotti da forno anche con consegna a domicilio e il cui menù è consultabile online in questa pagina.

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